Enrico Magnano nasce a Milano nella metà dello scorso secolo.
Passa l'infanzia in un quartiere di periferia: la Comasina. Normalmente questi centri satelliti venivano definiti degradati ma Enrico ricorda ampi spazi verdi e gente sorridente. Le ore di gioco fuori casa non finivano mai, anche se in effetti tra i compagni di gioco Enrico cita un Renato Vallanzasca (il bel Renè) che qualche anno dopo è stato condannato a 295 anni di reclusione.
A 13 anni la famiglia di Enrico: il papà Corrado, grande geometra, la mamma Rina e la sorellina Silvia, si trasferiscono più in centro, sempre a Milano: in via Pietro Colletta. La casa è più grande e moderna, uno dei primi ospiti rimase affascinato dalla: «cucina mangiabile».
Obbligato dai genitori al liceo scientifico attuava una «resistenza passiva» venendo ovviamente bocciato con medie artiche, anche alcuni -4.
Prosegue gli studi per geometra con prestazioni decisamente migliori; ma erano gli anni '70 e Milano era percorsa da cortei studenteschi e da brividi terroristici.
Enrico ricorda l'Istituto Cattaneo, le assemblee, le occupazioni, i picchetti, le notizie drammatiche di eventi accaduti a pochi passi ed a persone conosciute. Come il biondino che frequentava una sezione sullo stesso corridoio della sua classe ripreso in un'immagine divenuta un simbolo.
Gli anni di piombo passano, non senza emozioni, ed il nostro protagonista si diploma. Il problema di "cosa fare del futuro" si ripresenta: i genitori vorrebbero un lavoro sicuro, carriera lenta ma progressiva: magari al Catasto! L'università non era ancora così di moda ma Enrico s'iscrive lo stesso, ad Architettura. Prova a frequentare ma è molto deluso dall'ambiente degli "esami collettivi" dove i candidati portavano una mazzetta di libretti sui quali condividere i voti.
Enrico ancora una volta non ci sta! Né al Catasto né all'università. Cerca un lavoro, una professione nuova, appena nata, anzi… non ancora nata: l'ecologia!
Nel 1976 l'incidente di Seveso aveva aperto un fronte nuovo, quello della difesa dell'ambiente. Al tempo solo gli hippy, i figli dei fiori, tra uno spinello e l'altro si preoccupavano di difendere la natura.
Enrico diventa uno degli omini in tuta bianca e maschera che si davano da fare per mettere una pezza a quanto altri omini in giacca e cravatta avevano combinato.
Enrico fa tutte le cose per bene: il militare nel 1978, spesso volontario in giro per l'Italia (tanto bisognava far passare il tempo). Si sposa con Maria Teresa nel 1982 e continua a lavorare nell'ecologia, specializzandosi nelle tecniche innovative per un corretto smaltimento dei rifiuti in discarica.
Viaggia, viaggia molto, per lavoro e per divertimento. Nel tempo libero fa il volontario sulle ambulanze (Croce d'Oro . Milano) dal 1986. Conosce meravigliose donne e uomini con cui ha condiviso i servizi notturni e festivi, salva parecchi tossicodipendenti, litiga spesso con gli infermieri dei pronto soccorsi e fa nascere una bambina egiziana; una bellissima bambina. Quella è una delle emozioni più forti della sua vita.
Nel 1991 arriva la piccola Lucrezia: la vita di Enrico e Teresa cambia, ovviamente in meglio! Enrico si licenzia con lo scopo di avviare un'attività professionale indipendente e Teresa rinuncia al suo importante lavoro per seguire meglio la piccina.
Nel 1997 altra evoluzione: la famigliola si sposta dal centro di Milano ad un piccolo paese nelle colline tortonesi: Sarezzano. Aria pulita, vita sana, paesaggi rilassanti ed un piccolo giardino da curare.
Ma le discariche continuano ad accumularsi sul curriculum di Enrico, centinaia di esperienza in Italia, in Europa ma anche nell'America del sud, Africa ed Asia.
Nel 2010 Enrico pubblica il suo primo libro: un Manuale di progettazione e gestione di impianti di bonifica e recupero energetico del gas da discarica (Ed. EPC Libri – Roma).
Nel 2012 costituisce una società di servizi di ingegneria ambientale con nome "emendo", dal verbo latino "correggere, migliorare".
Con Teresa ed alcuni amici organizza una associazione culturale con nome "La compagnia delle Idee" divenuta poi onlus. La "Compagnia" gestisce la biblioteca di Sarezzano, organizza Concorsi letterari, di pittura, fotografia, corsi e intrattiene molto piacevolmente i propri associati e utenti. In altre parole: un modo per stare bene insieme cercando di essere utili agli altri ed al territorio.
Parallelamente la passione della storia di Enrico lo porta a seguire le vicende del recupero architettonico ed archeologico della antica chiesa del "castello" di Sarezzano divenendo membro del comitato locale e studiando con attenzione le tracce sparse e contrastanti della affascinate vicenda del sito dove è stato rinvenuto il famoso evangelario: il "Codex Purpures".
Nel 2018 le passioni per la narrativa, la storia e... gli intrighi lo portano ad iniziare la scrittura di un romanzo, all'inizio quasi per scherzo ma poi con maggiore impegno, sempre ritagliato dalla attività professionale non sempre generosa di … tempo libero.
Alla fine del 2020, anche grazie alla reclusione coatta della pandemia COVID, Enrico chiude l'ultimo capitolo del romanzo. Le prime vittime della lettura: Teresa ed i cognati, lo invitano a cercare una pubblicazione.
Nel febbraio 2022 viene pubblicato dagli amici della Casa Editrice Epokè di Novi Ligure il romanzo storico "Il salto del delfino".
E come va a finire la biografia?
Enrico incontra tante persone molto interessanti e piacevoli nel corso della presentazione del libro che lo convincono a proseguire nella scrittura.
Nel 2024, dopo 45 anni di attività professionale Enrico abbandona l'ambiente e si dedica alla narrativa.
Nel 2034 i nove libri di Enrico sono stati tradotti in 15 lingue differenti e sulla trama del salto del delfino è stata tratta una serie televisiva di grande successo mondiale.
Tutti i diritti d'autore vengono devolti a favore di una migliore qualità della vita nel mondo, che nonostante il progresso, evidenzia ancora gravi differenze regionali, ed alla crescita culturale dei singoli popoli, unica strada per l'autonomia degli stessi.
Nel 2042, all'età di 85 anni ad Enrico viene riconosciuto un doppio Premio Nobel: per la letteratura e per la pace. Primo caso nella storia di riconoscimento contestuale.
Il premio viene rifiutato poiché immeritato.